«Mi ispiro a Tesla e sogno il brevetto della vita»
Michele Collu, responsabile in ricerca e innovazione tecnologica per Aep spiega la sua passione per l’elettronica
Guardare avanti, avere il coraggio di osare, sperimentare, percorrere strade nuove anche se tortuose, fare progetti mai visti prima. Michele Collu ha da sempre un sogno nel cassetto, fin da quando era solo un bambino: ideare qualcosa che ancora non esiste ma che sia in grado di aiutare il mondo e la comunità a vivere meglio. E non è un caso che il suo percorso lavorativo lo abbia fatto “approdare” tredici anni fa in Aep Ticketing Solutions dove oggi è responsabile nella ricerca di innovazione tecnologica.
L’attività a servizio della bigliettazione elettronica nel trasporto pubblico
«In questa azienda mi diverto e il tempo vola – spiega -. Operiamo per migliorare la bigliettazione elettronica nel servizio pubblico, per renderla all’avanguardia e sempre più efficiente. Quando sono entrato nella squadra ero il ventesimo e non m’immaginavo che ci fosse un mondo così immenso dietro la bigliettazione elettronica. Mi rendo conto che ci sono aspetti che richiedono iter consolidati nel nostro campo, ma l’osservare oltre il nostro “naso” ci permette di unire applicazioni impensabili. Come nel caso di validatrici eco compatibili con sistemi di validazione alternativi. Ho iniziato a studiare le nostre validatrici con molto interesse grazie alla mia prima mansione di assistente tecnico. Ho trascorso le notti a cercare soluzioni alternative per ottimizzare il prodotto. Queste lunghe ricerche mi hanno permesso di unire la mia passione per la ricerca tecnologica al sistema di bigliettazione. Molte sono state le integrazioni: da quella di un semplice lettore QR (una novità nel nostro settore 12 anni fa) alla console di bordo con interfaccia olografica e sensori tattili virtuali. Mi sono anche occupato – prosegue – della qualità dei nostri prodotti. Questo mi ha permesso di comprendere le relative difficoltà di realizzazione e le potenziali soluzioni per essere al passo con i tempi. Sono fiero di far parte di questa realtà lavorativa. Qui oggi mi occupo esclusivamente di ricerca: dai materiali alternativi alla realizzazione di nuovi concetti di sistemi di validazione, fino a nuovi display».
Michele Collu e i suoi sogni nel cassetto
Michele è sulla soglia dei quarant’anni. Perito industriale, originario di Samassi (Cagliari) dove, ad appena quindici anni, aveva aperto con suo padre un’azienda che si occupava di telefonia e riparazioni elettroniche. Nel 2008 è arrivato in Toscana e la prima cosa che ha fatto è stata prendere in affitto a Sesto Fiorentino un locale per adibirlo a laboratorio per le sue invenzioni.
«Ho sempre avuto tanta voglia di fare, non riesco proprio a stare con le mani in mano ma neanche con la mente ferma – racconta Michele -. Sono “innamorato” delle progettazioni elettroniche, nel tempo libero mi piace studiare le tesi di laurea in Fisica. Già da bambino disegnavo schizzi e modellini in continuazione, progettavo per esempio carica batterie per telefoni o cuffie dolby surround. Sono arrivato anche disegnare cellulari di mio pugno e spedire le bozze per posta a grandi aziende del settore come la Nokia. Nessuno però mi ha mai risposto ma io ostinatamente non ho mai smesso di provarci. Perché chi ha le idee deve essere anche il primo a crederci».
Michele ha un mito indiscusso nella vita, il suo nome è Nikola Tesla, inventore fisico e ingegnere elettronico. «Sono affascinato dalle sue invenzioni, dai suoi lavori sui campi elettromagnetici e dalle sue visionarie opinioni sulla tecnologia. A a mio avviso hanno cambiato il mondo – spiega Michele -. Amo il rispetto della natura a dispetto dell’economia. Il mondo ci obbliga a cambiare le carte in tavola, dobbiamo riuscire a vedere avanti prima degli altri».
Cinque sono i progetti ideati da Michele che a oggi sono anche già stati brevettati. «Quando si ha un’idea è altrettanto importante trovare qualcuno che ci creda. Qualcuno che gli dia gambe investendoci denaro. Ho ancora un grosso sogno nel cassetto: riuscire a ideare un sistema collaudato che utilizzi la luce come strumento di comunicazione dei dati. Ci sto lavorando a ritmo serrato e credo di aver scovato la chiave di lettura nelle piante. Non è una sfida semplice, proprio per questo mi affascina più di ogni altra».
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